Orafi, impiegati e politici: chi sono i 10 milioni di copti che vivono in Egitto

di Redazione
12 Dicembre 2016

Sono una comunità cristiana con radici millenarie, moltissimi dei quali appartenenti alla diaspora. Rappresentano il 10% della popolazione egiziana (10 milioni di fedeli) e si definiscono copti (parola che significa egiziano): per i cristiani d’Egitto, in un paese a stragrande maggioranza musulmana e sempre più in preda all’integralismo islamico, la vita quotidiana non è facile.

Dalle Primavere Arabe del 2011 e dalla cacciata di Hosni Mubarak, che godeva del sostegno dell’ex patriarca Shenouda III, i copti hanno vissuto in uno stato di crescente tensione, che ha raggiunto lo Zenit durante la fase del governo islamista di Mohamed Morsi. Solo dal 2013 ci sono state circa 40 fra aggressioni di cristiani e attacchi a chiese, in pratica un episodio al mese, con decine di morti. L’epicentro delle violenze è l’Egitto rurale e in particolare la regione di Minya, il turbolento governatorato con il mix esplosivo di un 35% di popolazione cristiana e un forte radicamento jihadista.

Il presidente egiziano, Al-Sisi, che ha destituito Morsi promettendo di ripristinare l’ordine e di proteggere le minoranze, ha ribadito anche recentemente che gli egiziani “sono tutti uguali nei loro diritti e nei loro doveri, in accordo con la Costituzione” e ha lodato la calma e la saggezza con cui la comunità cristiana sta rispondendo alle violenze.

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I copti, tuttavia, dopo aver dapprima benedetto l’insediamento di Al-Sisi nel 2013, ora protestano contro una linea del regime ritenuta troppo morbida nel punire gli scontri settari; un esempio sono i disordini avvenuti alcuni settimane fa aSohag quando 15 case cristiane sono state attaccate da una folla di circa 2000persone.
Eppure, la minoranza copta all’ombra delle Piramidi ha sempre avuto un ruolo chiave nell’economia e nell’establishment dell’Egitto. Molti di loro oggi vivono talvolta sotto la soglia di povertà, ma sono tutt’ora cristiani la maggior parte degli orafi e degli impiegati nel settore farmaceutico. Famiglie ricchissime come i Sawiris, che controllano il gigante delle telecomunicazioni Orascom, sono appunto di fede cristiana. Dinastie di copti hanno ricoperto incarichi politici di primo piano: un membro della famiglia Boutros Ghali ha sempre fatto parte dei vari governi prima della caduta di Mubarak e un suo esponente è stato ministro degli Esteri prima di diventare segretario dell’Onu.

La tragedia di ieri, l’ultima in ordine di tempo, che ha colpito prima la chiesa di San Giorgio a Tanta e poi la cattedrale di San Marco ad Alessandria. Già a dicembre dello scorso anno un grave attacco era avvenuto alla Cattedrale di San Marco, nella zona di Abbasiya al Cairo, e aveva portato diverse centinaia di egiziani, soprattutto cristiani, a radunarsi davanti alla cattedrale per una protesta improvvisata: “Se il sangue degli egiziani è a buon prezzo, che il presidente se ne vada”, gridavano i dimostranti.