Il discorso di Xi Jinping al Congresso del Partito Comunista Cinese

di Redazione
25 Ottobre 2017

Il presidente della Cina e segretario del PCC Xi Jinping apre il XIX congresso del Partito promettendo “una vita migliore e più felice” ed un paese “più bello ed armonioso”. Entro la metà del secolo la Cina dovrà diventare un “moderno paese socialista”, “prospero, forte, democratico e culturalmente avanzato”. In 3 ore e mezza di discorso il leader analizza varie questioni e delinea lo sviluppo della Cina fino al 2020, 2035 e a 2049 – a sottolineare la forte capacità di prospettiva da parte della dirigenza cinese. Egli dichiara che il “socialismo con caratteristiche cinesi” è entrato in una nuova era di successi. Il “socialismo con caratteristiche cinesi” è una concezione del mondo che nasce con la guida di Deng Xiaoping. Questi a partire dal 1982 ripropone il “pensiero di Mao”, reincorporando i primi elementi politici ed economici dei sistemi liberali e capitalisti. Ed è, infatti, proprio a questi due leader che Xi Jinping viene equiparato, e il “Pensiero di Xi” entrerà probabilmente anche nella costituzione cinese.

Tra i vari punti trattati la rivendicazione del lavoro svolto e dei risultati ottenuti come la salita del PIL da 8,2 a 12 trilioni di dollari negli ultimi 5 anni (da 54 a 80 miliardi di yuan). Tra gli applausi egli ricorda che il 30% della crescita globale è dovuta alla Cina. Inoltre, ha dichiarato che 60 milioni di cinesi sono usciti dalla povertà.

Sempre per quanto riguarda l’economia, il presidente della Cina, assicura che bisogna continuare ad aprirsi mentre i tassi di interesse e di cambio dello yuan saranno basati sul mercato. Inoltre, promette ulteriore apertura alle aziende straniere alle quali si assicura equità. Più in generale si punterà molto più alla qualità che alla quantità dello sviluppo, come già avviene con i settori digitali che dominano la crescita del PIL. Infine, Xi Jinping dichiara che la modernizzazione della Cina non sarà una passeggiata e afferma che ora la Cina è una “società moderatamente prosperosa”.

Altra questione sulla quale insiste Xi Jinping è la garanzia che la lotta alla corruzione continuerà. A riguardo il 10% dei membri del Comitato Centrale è stato epurato, 280 dignitari di rango ministeriale o superiore sono finiti in carcere e 1,3 milioni di burocrati di medio-basso livello sono stati puniti.

Per quanto riguarda geo-politica e sovranità il presidente non accenna a Corea del Nord e Stati Uniti, tuttavia parla di un ritorno di Taiwan alla madrepatria, mentre con Hong Kong e Macao si ribadisce la formula “un paese due sistemi”. Sull’esercito dichiara che nel 2035 giungerà “al livello mondiale più alto della capacità di difesa della Cina da sempre”. Infine assicura che non si porteranno avanti politiche espansioniste o di egemonia.

Altro capitolo importante è quello legato al clima e all’ambiente. Il segretario del PCC parla di una Cina da “fare bella” e di uno “sviluppo verde a protezione dell’ambiente e in armonia con la natura”. Infatti, pubblica è stata l’ammissione dei livelli di inquinamento, a partire dal cielo di Pechino coperto di smog.

Oltre alla lotta alla corruzione e agli sprechi, si afferma anche quella alla casa, definita “diritto di chi ci abita”. Importanti anche gli accenni alla cultura, per cui “ogni crescita sarà possibile solo se crescerà la cultura, la nostra cultura”.

Sull’architettura istituzionale cinese Xi Jinping afferma che la Cina non copierà dai sistemi occidentali. Tuttavia dice che sarà il partito (comunista) ad avere la barra del timone ma in modo che “la legge consenta al popolo di esercitare il suo potere, mentre il partito seguirà la legge per condurre il popolo a governare il paese”. Un richiamo, questo, affinché il partito segua la legge e affinché il popolo abbia la possibilità di esercitare il suo potere. Dunque, una sorta di apertura ad una maggiore democratizzazione dello Stato, o meglio ad una sovranità più equilibrata in favore del popolo, sotto la guida del PCC. Ricordiamo che la Repubblica Popolare Cinese è basata sul sistema dualistico dei poteri tra partito comunista e organi statali, che quasi sempre si integrano tra loro. Il fondamento ideologico è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao aggiornato alla teoria di Deng Xiaoping e Jiang Zemin (teoria delle tre rappresentanze). Il sistema economico è di tipo misto collettivistico/privato.

Per Xi Jinping si prospetta il mantenimento della carica sia di segretario di partito che di capo di stato, per un altro quinquennio, mentre altre cariche saranno rinnovate. Al termine di ciò, quasi sicuramente, la Cina sarà il primo paese del mondo per potenza economica e finanziaria.

Roberto Siconolfi