Le agenzie tagliano il rating dell’Italia? E chissenefrega!

di Redazione
14 Gennaio 2017

L’agenzia di classificazione canadese Dbrs ha fatto sapere in una nota di aver tagliato il rating dell’Italia da A a “BBB”. Dbrs – con sede a Toronto (Canada) e uffici a New York, Chicago e Londra – ha rivisto il suo giudizio riflettendo “una combinazione di fattori inclusa l’incertezza rispetto alla abilità politica di sostenere gli sforzi per riforme strutturali e la continua debolezza del sistema bancario, in un periodo di fragilità della crescita”.

Di fatto dunque l’agenzia canadese si allinea con la altre agenzie di rating che già in passato avevano tolto la “A” all’Italia. A pesare dunque sul giudizio l’incertezza elettorale e le recenti vicende del sistema bancario e che ormai da mesi fotografano una situazione con gli istituti in sofferenza. Proprio nei giorni scorsi il governo ha varato il piano per il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena. Nella nota diffusa, si legge: “Dbrs ritiene che, in seguito al referendum bocciato sulle modifiche costituzionali che avrebbe potuto fornire una maggiore stabilità di governo e la successiva dimissioni del primo ministro Renzi, il nuovo governo ad interim può avere meno spazio per passare ulteriori misure, limitando così il rialzo delle prospettive economiche”.

Subito dopo arriva anche un’altra notizia: Moody’s, altra agenzia di rating, stavolta americana, considerata tra le più prestigiose del mondo, ha patteggiato (patteggiato!!!) una multa milionaria da 864 milioni di dollari con il Dipartimento di Giustizia americano, riconoscendo di non avere applicato i propri standard di giudizio nel valutare i rating dei mutui subprime. L’agenzia in pratica ammette caldamente di avere gonfiato le valutazioni sui mutui ipotecari rischiosi, che negli anni hanno poi dato il là alla crisi finanziaria del 2008. Un ciclone in cui erano finite anche Fitch e Standard & Poor’s, accusate per avere assegnato un basso rischio a titoli che sicuri non erano.

In sostanza le agenzie di rating sono quei guru che quando vai al casinò ti dicono di puntare alla roulette sul nero pur essendo in combutta con il gestore dell’attività e sapendo che la pallina si fermerà sul rosso. Il gestore dell’attività le paga 1000 dollari per i servigi resi, e quando il meccanismo viene scoperto i guru patteggiano una multina da 250 dollari. Indovinate chi è l’unico a rimetterci?

Francesco Discepoli