Meloni da Macron: disgelo nel segno degli interessi nazionali
23 Giugno 2023
Martedì, per la prima volta da quando si è insediato alla guida del governo italiano, il Presidente Meloni è volato all’Eliseo per incontrare il Presidente francese, Emmanuel Macron. La visita è stata anticipata da diverse perplessità sul buon esito dell’incontro: nei mesi scorsi non sono mancati, da parte di rappresentanti del governo francese, interventi a gamba tesa sul governo italiano. Dopo l’incontro tra Mattarella e il presidente francese avvenuto il 7 giugno, questo era il momento di Meloni. Porre fine alle diatribe era l’obiettivo del bilaterale. Rimangono delle naturali divergenze, ma l’opposizione al governo italiano non ha più dalla sua parte il classico slogan “l’Italia di Meloni è abbandonata in Europa”.
L’obiettivo con cui si è presentata Giorgia Meloni era, appunto, quello di distendere le tensioni dei mesi scorsi e di costruire una posizione comune con la Francia, affinché su alcune tematiche europee i due governi siano in linea e compatti (soprattutto) nei confronti della Germania e del Nord Europa. Era anche il momento per parlare della candidatura di Roma ad ospitare l’Expo2030, per il quale però Macron ha confermato il già annunciato appoggio francese ad un’altra città candidata, la saudita Riad. Al di là dell’Expo, vi erano temi molto più rilevanti che i due hanno affrontato. In particolare, la questione migranti ha trovato ampio spazio nel dialogo tra i due, i quali concordano sulla necessità di rivedere le regole europee in materia di difesa unica delle frontiere e di redistribuzione dei migranti tra i vari paesi europei.
L’unione di intenti, ad esempio, sulla Tunisia è un passaggio fondamentale per evitare la destabilizzazione del Nord Africa. Tunisia che sta dialogando da mesi con il Fondo Monetario Internazionale per un ingente prestito necessario a far ripartire un’economia completamente a terra, ma che deve essere corrisposto da una serie di riforme liberali e democratiche che però Kais Saied, Presidente della repubblica tunisina, sembra molto restio ad implementare. Sia Meloni che Macron condividono la necessità di trovare un nuovo accordo in seno al Consiglio che si terrà a fine mese, in merito al quale la leader di FdI ha sottolineato che “siamo d’accordo che si debbano fare passi concreti rispetto a una visione della difesa della dimensione esterna. Bisogna superare la diatriba tra movimenti primari e secondari”. Anche la Libia, dove la presenza russa è sempre più radicata tramite la Wagner, ha fatto parte delle discussioni intercorse. Concordano entrambi sulla necessità di stabilizzare il paese, portandolo all’elezioni entro fine anno.
Altro tema europeo, e di cui hanno discusso i due, è quello della nuova governance economica e finanziaria europea, cioè del nuovo Patto di Stabilità. Qui entrambi vogliono cambiare le rigidità attuali, quindi sanno bene di dover fare scudo nei confronti in particolare della Germania e dei falchi del Nord. Parlano i due leader di non poter accettare il ritorno di “parametri che oggi sarebbero assolutamente inadeguati”, dovendo piuttosto organizzare “una governance incentrata sugli investimenti”. Insomma, non si accettano più regole troppo stringenti sul deficit e incentrate solo sull’equilibrio dei conti. L’Europa deve crescere economicamente, divenire un centro industriale e finanziario che attrae investimenti, senza mettere pali e paletti troppo eccessivi.
L’Ucraina non è mancata tra le attenzioni che si sono rivolti Meloni e Macron. Incondizionato appoggio fino allo stop della guerra coincidente col ritiro dei russi perché l’Europa, la patria della libertà, non può permettersi di accettare una tale violazione del diritto internazionale sul suolo occidentale. Il governo italiano non ha mai fatto un passo indietro su questa posizione, tanto che Meloni si è detta «fiera di poter annunciare assieme a Macron» che lo scudo antiaereo franco-italiano Samp-T è adesso «operativo» in Ucraina.
Le relazioni tra i due paesi son state rafforzate nel 2021 col Trattato del Quirinale, volto a una cooperazione bilaterale rafforzata, e su di esso i due leader hanno chiaramente discusso. Francia e Italia sono paesi fondatrici dell’Europa e i nostri rapporti sono strettamente legati tanto che uno è il secondo partner economico e commerciale dell’altro e viceversa. Le frizioni che si sono verificate – e perché no anche quelle che si verificheranno – sono dettate nient’altro che da motivi di politica interna. Le opposizioni in Italia continueranno ad utilizzare le critiche d’Oltralpe per attaccare il Governo Meloni, mentre c’è chi lavora seriamente per rafforzare la posizione italiana in Europa e portarvi i nostri interessi.