Rimodulare la NATO, oppure abolirla del tutto
18 Gennaio 2017

Tra le più gravi deficienze e incapacità antropologiche del secolo scorso possiamo senza dubbio registrare il non saper trasporre gli insegnamenti della storia nel presente e nel futuro. La NATO (North atlantictreatyorganization) nell’anno istitutivo (1949) ebbe un prezioso ruolo non solo di contenimento verso “Il Patto di Varsavia” (Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza), ma di prevenzione si vis pacem para bellum dei prevedibili appetiti geopolitici dell’orso comunista sovietico nell’immediata catastrofe causata dalla seconda guerra mondiale, che si concretizzò infatti sei anni dopo.
Tra la caduta del “muro di Berlino” (1989) e il crollo dello schieramento di riferimento al “socialismo reale” (1991), il liberalismo, alfiere della totale emancipazione del mercato nei confronti dello Stato, si è dimostrato teoricamente vincente ma praticamente esausto e astratto rispetto alla realtà. L’implosione del “miglior mondo possibile”, occidentale non Occidentale, si è verificata nel 2001 con il crollo delle due torri gemelle a New York. Da quel momento il re è rimasto sempre più nudo e il libro paga della CIA, gendarme del mondo, è stato evidenziato in modo crescente dalla cronaca politica internazionale, con l’aumento degli apparenti errori di valutazione. Gli Stati Uniti hanno praticato a cavallo tra il Novecento e il Duemila, con copia carta carbone, la dottrina di Machiavelli.
Il Pasticcio, ammesso da Tony Blair, che ha aperto le porte al terrorismo islamico anche alle porte di casa nelle ex colonie franco-italiane è stato l’abbattimento di Mu’ammar Gheddafi nel 2011. In quell’occasione la NATO si è rivelata strategicamente un mero prolungamento decontestualizzato di un enunciato costitutivo dello stesso Patto atlantico: “Lo scopo della Nato è quello di tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto tedeschi ed italiani”. Quanto sopra è stato attribuito al primo Segretario Generale della NATO Lord Ismay e ci fa comprendere a quale livello di allarme sia giunta la grave sclerosi di questa organizzazione: Stati Uniti d’America, Canada, Regno Unito, Francia, Norvegia, Belgio, Danimarca, Islanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Italia i paesi contraenti originari.
L’Art. 5, che recita: “Le parti concordano che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o in America settentrionale, deve essere considerato come un attacco contro tutte e di conseguenza concordano che, se tale attacco armato avviene, ognuna di esse, in esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva, riconosciuto dall’articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti attaccate prendendo immediatamente, individualmente o in concerto con le altre parti, tutte le azioni che ritiene necessarie, incluso l’uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell’area Nord Atlantica”.
L’Art. 10 del Trattato del Nord Atlantico descrive come gli stati possano entrare nella NATO: I membri possono invitare previo consenso unanime qualsiasi altro Stato europeo in condizione di soddisfare i principi di questo trattato e di contribuire alla sicurezza dell’area nord-atlantica ad aderire a questo trattato. Qualsiasi Stato così invitato può diventare un membro dell’organizzazione depositando il proprio atto di adesione al Governo degli Stati Uniti d’America. Il Governo degli Stati Uniti d’America informerà ciascun membro del deposito di tale atto di adesione”. L’Alleanza è governata dai suoi 28 Stati membri, ognuno dei quali ha una delegazione presso la sede centrale della NATO a Bruxelles. Il più anziano membro di ciascuna delegazione è chiamato “Rappresentante permanente”. L’organizzazione politica della NATO è basata sulla regola del consenso unanime e comprende:
Il Consiglio del Nord Atlantico (North Atlantic Council, NAC), è formato dai Rappresentati permanenti ed è l’organismo con l’effettivo potere politico all’interno della NATO. Si riunisce almeno una volta a settimana e occasionalmente vengono realizzati con l’integrazione di Ministri degli esteri, Ministri della difesa o Capi di Stato e di governo: questi incontri sono quelli in cui solitamente l’alleanza prende le decisioni politiche più importanti.l’Assemblea parlamentare (Parliamentary Assembly), è formata da legislatori dei parlamenti dei Paesi membri integrati da quelli di 13 paesi associati. È ufficialmente una struttura parallela ma staccata dalla NATO: il suo scopo è quello di riunire deputati dei paesi NATO per discutere di temi relativi alla sicurezza e alla difesa. Il Segretario generale (Secretary General, NATO SG) proviene da uno dei Paesi membri europei, presiede il Consiglio e rappresenta la NATO a livello internazionale, ed è affiancato dal Vice Segretario generale (DeputySecretary General, NATO DSC).
L’esplodere della questione Ucraina, con la chiara realtà geopolitica che quest’ultima non sta alla Russia come la Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia, dovrebbe informarci intorno all’inattuale e forzato, culturale e geopolitico, ingresso ucraino nella sfera atlantica nel tempo post sovietico. La pericolosa ambiguità della Turchia, da un lato inerte se non a tratti complice con il terrorismo islamico, devastante per la Siria di Assad, ci insegna che la Russia, non più Unione Sovietica, dovrebbe essere una preziosa alleata “naturale” non solo nella sua area europea, ma anche nella parte asiatica. D’altro canto la tensione “NO MUOS” in Sicilia nel cuore del mediterraneo (struttura probabilmente dannosa alla salute dei residenti, all’ambiente e di grave disturbo per l’aviazione civile e di riferimento non alla Nato ma direttamente agli U.S.A.) evidenzia il declino del multilateralismo statunitense segnalando il riemergere tra gli analisti la convinzione che il ritiro delle truppe americane dall’Europa occidentale certificherebbe in modo definitivo la fine dell’ormai inattuale Alleanza atlantica.