Blue Whale, c’è qualcosa che non torna sul gioco della morte
16 Maggio 2017

Dopo il servizio de Le Iene sul Blue whale andato in onda ieri sera, Google e i siti d’informazione sono stati presi d’assalto per saperne di più su questo “gioco” dell’orrore. La cosa preoccupante è che tra le voci correlate del più importante motore di ricerca del mondo c’è pure Blue whale come giocare. Torna allora in auge l’antico dilemma sulla quantità di spazio e di attenzione che i media dovrebbero riservare a pratiche così macabre. Poniamo il caso che le Iene non avessero mai mandato in onda quel servizio, in Italia probabilmente in pochi sarebbero venuti a conoscenza della natura e dello scopo del gioco. In tal modo, invece, l’intento di provare a sensibilizzare l’opinione pubblica potrebbe aver creato qualche nuovo aspirante giocatore.
Per curiosità o, chissà, per qualche intenzione più seria, il pubblico ha infatti iniziato a cercare quali sono le 50 regole del “gioco”. Il blog Higgypop, dopo aver trovato sul social Reddit le regole del Blue whale, è entrato in contatto con un curatore (il tutore che dà le regole agli adolescenti che decidono di giocare). Ecco le regole del “gioco” mortale:
1- Incidetevi sulla mano con il rasoio “f57” e inviate una foto al curatore
2 – Alzatevi alle 4.20 del mattino e guardate video psichedelici e dell’orrore che il curatore vi invia direttamente
3 – Tagliatevi il braccio con un rasoio lungo le vene, ma non tagli troppo profondi. Solo tre tagli, poi inviate la foto al curatore
4 – Disegnate una balena su un pezzo di carta e inviate una foto al curatore
5 – Se siete pronti a “diventare una balena” incidetevi “yes” su una gamba. Se non lo siete tagliatevi molte volte. Dovete punirvi
6 – Sfida misteriosa
7 – Incidetevi sulla mano con il rasoio “f57” e inviate una foto al curatore
8 – Scrivete “#i_am_whale” nel vostro status di VKontakte (VKontakte è il Facebook russo, ndr)
9 – Dovete superare la vostra paura
10 – Dovete svegliarvi alle 4.20 del mattino e andare sul tetto di un palazzo altissimo
11 – Incidetevi con il rasoio una balena sulla mano e inviate la foto al curatore
12 – Guardate video psichedelici e dell’orrore tutto il giorno
13 – Ascoltate la musica che vi inviano i curatori
14 – Tagliatevi il labbro
15 – Passate un ago sulla vostra mano più volte
16 – Procuratevi del dolore, fatevi del male
17 – Andate sul tetto del palazzo più alto e state sul cornicione per un po’ di tempo
18 – Andate su un ponte e state sul bordo
19 – Salite su una gru o almeno cercate di farlo
20 – Il curatore controlla se siete affidabili
21 – Abbiate una conversazione “con una balena” (con un altro giocatore come voi o con un curatore) su Skype
22 – Andate su un tetto e sedetevi sul bordo con le gambe a pensoloni
23 – Un’altra sfida misteriosa
24 – Compito segreto
25 – Abbiate un incontro con una “balena”
26 – Il curatore vi dirà la data della vostra morte e voi dovrete accettarla
27 – Alzatevi alle 4.20 del mattino e andate a visitare i binari di una stazione ferroviaria
28 – non parlate con nessuno per tutto il giorno
29 – Fate un vocale dove dite che siete una balena
dalla 30 alla 49 – Ogni giorno svegliatevi alle 4. 20 del mattino, guardate i video horror, ascoltare la musica che il curatore vi mandi, fatevi un taglio sul corpo al giorno, parlate a “una balena”
50 – Saltate da un edificio alto. Prendetevi la vostra vita.
Ora, stando a quanto riporta Matteo Viviani nel suo servizio, questo gioco avrebbe portato 157 adolescenti, soltanto in Russia, a suicidarsi all’improvviso, senza colpo ferire, con una nonchalance persino superiore a quella tipica di qualcuno sotto effetto di ipnosi. Sarebbero tutti ragazzi e ragazze adolescenti, tra i 12 e i 17 anni, ma qualcuno di loro non arriva nemmeno a 10 anni. I testimoni di Viviani sono genitori di giovani vittime che raccontano la loro esperienza e, ad accomunarli, sono le parole che utilizzano per descrivere i propri figli: tutti normalissimi, senza alcun problema apparente, pieni di gioia di vivere e di attaccamento alla vita. Nessuno di loro avrebbe mai trasmesso qualche segnale “pericoloso”, qualche atteggiamento strano, qualche insofferenza. “Giusto qualche disegno di qualche balena blu”, dice una mamma. Eppure, dando una rapida occhiata alle regole d’ingaggio, pare davvero molto strano che in 50 giorni di simili pratiche un genitore non riesca a carpire qualche campanello d’allarme. Nei soli 19 giorni prima della morte un adolescente deve svegliarsi tutte le mattine alle 4.20 e guardare tutto il giorno dei film dell’orrore. Tutti i santi giorni. È normale che un genitore non se ne accorga? Analogamente, i tagli sulle labbra, sulle braccia, sulle mani, sono davvero così impossibili da vedere?
Resta poi il mistero principale: sebbene la società contemporanea ci abbia davvero abituati a qualsiasi assurdità, com’è possibile fare il lavaggio del cervello a un adolescente per via telematica in appena 50 giorni? Anzi, diciamo 5 giorni. Perché per rispettare la quinta regola, “Se siete pronti a ‘diventare una balena’ incidetevi ‘yes’ su una gamba. Se non lo siete tagliatevi molte volte. Dovete punirvi”, forse qualche sorta di instabilità mentale bisogna averla già.
Altra stranezza. Secondo quanto ricostruito la partecipazione al gioco avviene così: un utente di VKontakte (il Facebook russo) chiede in prima persona – usando lo specifico tag #f57 – di essere contattato in privato da un amministratore del gioco. L’utente viene inserito in una conversazione privata dove il master lo convince, attraverso mezzi che nessuna ricostruzione ha ancora chiarito, di essere in possesso di dati personali. La minaccia: il giocatore deve sottostare da quel momento ad ogni ordine dell’amministratore, o i propri cari subiranno violenze, o nel peggiore dei casi, saranno uccisi. Ma poniamo pure il caso che queste armi di ricatto esistano davvero, come può un adolescente adescato in questo modo apparentemente banale diventare così fanaticamente rapito dal gioco?
Il ruolo centrale in questo senso sarebbe quello svolto dai “curatori”, decine, forse centinaia di utenti che a migliaia di chilometri di distanza riescono a controllare la mente dei ragazzi. Un caso ormai provato senza ombra di dubbio è quello di Philipp Budeikin, considerato uno dei primi amministratori di “gruppi della morte” su VKontakte. Arrestato con l’accusa di essere uno dei primi curatori, Budeikin ha confessato, si è dichiarato colpevole e ha dichiarato di considerare le persone che aiutava a morire “rifiuti biologici.” Budeikin, a 21 anni, è accusato di aver causato la morte di 16 ragazze, ma attraverso la vasta rete di imitatori e emuli, potrebbe essere responsabile di un orrore ancora più grande. Uno studente di psicologia che adesca potenziali suicidi sui gruppi social e portali web dedicati a persone con tendenze autolesioniste.
Ecco, questo è un punto focale. Non “chiunque”, “dovunque”, “in qualsiasi momento”, come confessano le mamme del servizio delle Iene. Perché altrimenti sarebbe interessante capire anche quante persone, a fronte delle 157 che sono andate fino in fondo, abbiano fatto un passo indietro. Prima o poi. I ragazzi coinvolti sarebbero allora già di loro spontanea volontà esposti a quel tipo di mania suicida. Non proprio “innamorati della vita”.
Detto che in un mondo ideale, con delle regole ideali, nessun adolescente dovrebbe essere lasciato libero di vagare in giro per tutte le porcherie del web, resta comunque abbastanza palese che le vittime non siano state scelte “a caso”. Il dato agghiacciante, però, resta. Il mondo contemporaneo è in grado di mettere in collegamento chiunque in qualsiasi momento. E se detta così può sembrare una democratizzazione estrema del tutto, in realtà nasconde degli effetti collaterali, cioè tenere lupi e agnelli separati solo da un click, creare circoli di persone disturbate che a contatto col mondo virtuale non possono che aggravare la loro situazione, portare giovani e instabili menti fino all’autodistruzione. Un darwinismo sociale, promosso dai Budeikin di turno, senza che nessuno se ne riesca a rendere conto.