Il genocidio armeno tra negazionismo e verità storica
24 Aprile 2019

Oggi ricorre il 104esimo anniversario del genocidio armeno, chiamato “Mets Yeghern” letteralmente il “Grande Male”. Il 24 aprile del 1915 infatti i turchi ordinarono l’arresto e l’uccisione delle famiglie notabili e intellettuali armene presenti a Costantinopoli, solo il primo giorno furono uccise oltre trecento persone e iniziò lo sterminio ai danni della popolazione.
L’impero Ottomano, sotto il governo dei Giovani Turchi, infatti temette che il popolo armeno si alleasse con i Russi, nemici giurati di quest’ultimi. L’epurazione dapprima della classe intellettuale, si estese velocemente al resto della popolazione sia sotto forma di massacro che di deportazione; la regione dell’Anatolia divenne la destinazione delle cosiddette marce della morte, nelle quali migliaia di persone persero la vita.
Oltre alle ragioni di tipo militare, molti studiosi attribuiscono il genocidio alla persecuzione di carattere religioso. Infatti il popolo armeno fu il primo popolo ad adottare il cristianesimo come religione di Stato e la convivenza con i vicini musulmani fu da sempre controversa.
Il massacro si perpetuò fino al 1916 e la conta delle vittime del popolo caucasico fu impietosa: si stima che superi il milione e mezzo di morti.
Ad oggi il genocidio del popolo armeno è uno dei temi di maggior contrasto tra la Turchia e l’Unione Europea- in particolare con la Francia – e di dialogo con il Vaticano.
Ad Ankara prevale ancora la tesi negazionista, seppur sia riconosciuta l’uccisione del popolo caucasico, si rifiuta il termine genocidio asserendo alla difesa della nazione contro la Russia e respingendo le accuse della pianificazione del massacro di massa.
Il primo Paese al mondo a riconoscere il genocidio armeno fu l’Uruguay, nel 1965, ben cinquant’anni dopo la strage. Molti dei Paesi dell’Unione Europea riconoscono il crimine, tra i principali troviamo l’Italia, la Francia, la Germania, la Grecia ecc. Il grande Paese Occidentale mancante sono gli Stati Uniti d’America che non hanno ancora preso una posizione ufficiale.
Nel 2015 Papa Francesco, nel ricordare il centenario del genocidio, dichiarò “Nel secolo scorso la nostra famiglia umana è passata attraverso tre enormi tragedie senza precedenti. La prima, che è ampiamente ritenuta il primo genocidio del ventesimo secolo, ha colpito il popolo armena”.