Iadicicco: “Minas Tirith, un Centro Studi per formare i politici del futuro”

di Redazione
6 Gennaio 2017

Federico Iadicicco conosce bene le esigente formative della classe dirigente del futuro, oltre alle lacune dei politici attuali. Dal 2003 al 2008 è stato il presidente romano di Azione Giovani. Dal 2008 al 2012 è stato consigliere provinciale e vicepresidente della commissione cultura della provincia di Roma. Oggi è Dirigente nazionale di Fratelli d’Italia e responsabile nazionale del dipartimento Vita e Famiglia del Partito. Nel 2016 ha fondato il centro studi Minas Tirith di cui è presidente. Alla redazione del Conservatore ha deciso di raccontare proprio la natura e gli obiettivi di questa nuova avventura culturale.

Nasce il Centro studi Minas Tirith, quali sono gli intenti e obiettivi di questa nuova realtà?

Il centro studi nasce principalmente come luogo di incontro e scambio di idee, ma anche come un importante riferimento culturale per i giovani, che possono vedere in questa nuova realtà un punto di riferimento. Il principale obiettivo è la preparazione di una nuova classe dirigente.

Già dal nome è evidente il richiamo a Tolkien, quanto è importante le cultura per la rinascita del nostro paese e quali sono i riferimenti culturali del centro studi?

Credo che il principale problema dell’Italia sia la politica, i dirigenti politici non sono culturalmente preparati; vi è quindi la necessità di portare avanti una formazione culturale dei dirigenti politici e, in alcuni casi, dare spazio a chi invece è adeguatamente preparato. I nostri principali riferimenti culturali vedono come valori di fondo l’espressione “Dio, padre e famiglia”; in questa linea di pensiero viene preso come modello tutto il pensiero conservatore inglese. Per quanto riguarda l’Italia si può fare tranquillamente riferimento a tutto il pantheon culturale del pensiero conservatore, tra i più recenti si può parlare di personalità come Adriano Olivetti e Enrico Mattei.

La prima iniziativa del centro studi è un ciclo di incontri intitolati “Ecce homo. La sfida dell’umano al transumano” perché questo titolo, quale sarà l’obiettivo degli incontri?

L’anno scorso abbiamo avuto la fortuna di organizzare degli incontri con l’Antropologo Mario Polia, con il quale si è parlato della sfida dell’antropologia culturale di preservare una memoria storica. L’obiettivo di questi incontri sarà cercare di difendere i valori tradizionali da una visione nichilista.

Quali personalità parteciperanno agli incontri?

Stiamo contattando come relatori moltissime personalità tra giornalisti e docenti universitari, tra coloro che già hanno dato la loro adesione vi sono Alfredo Mantovano, che terrà una conferenza sul martirio dei cristiani in Oriente; Andrea Monda che parlerà dell’antropologia in Lewis o Tolkien. Infine tornerà a trovarci Mario Polia, come punto di approdo del ciclo di incontri, per darci alcune risposte sulla crisi della democrazia.

Quali sono i passi successivi per il futuro del centro studi?

Uno dei passi successivi sarà la produzione di quaderni monotematici contenenti i corollari dei vari incontri; c’è anche la volontà di dare inizio ad una scuola della durata di tre giorni, dove saranno allestiti dei laboratori, ci saranno dibattiti e saranno affidati dei temi da svolgere e approfondire. La volontà è di aprire questa scuola-laboratorio in due periodi dell’anno, una in estate e una in inverno. Verranno anche formati dei gruppi di lavoro, che si occuperanno di sviluppare nuove tematiche.

Infine una domanda più politica: come vede il futuro del centrodestra nel nostro paese?

Io credo che la politica italiana si trovi ad un bivio. In questa situazione il centrodestra può agire in due modi o cercando di conservare lo status quo; oppure cercare di riaggregare le forze del centrodestra, rinnovare la classe dirigente, scegliere un leader condiviso e presentare un nuovo progetto politico di rinnovamento che sia credibile e realizzabile, seguendo questa strada si può tramutare il senso di rabbia che spinge l’elettorato a votare il Movimento 5 Stelle nella speranza di un voto più giusto per il nostro paese.