Strage di Berlino: inutile cercare i colpevoli, l’Europa pianga se stessa
21 Dicembre 2016
Si continua a morire in questa Europa!
Questa Europa liquefatta ed opportunista. Questa Europa dal ventre debole, stordita e distratta. Questa Europa che affonda nelle carte, che controlla i punti e le virgole dei bilanci, che succhia risorse, che distribuisce ammonizioni e richiami ma che non riesce a garantire sicurezza. In questa Europa si continua a morire ovunque per poi essere sotterrati da un immobilismo quasi imbarazzante e da fiumi di parole “politicamente corrette”. È un’Europa persa e che, così, non ha ragione d’esistere. È l’Europa del giorno dopo e della memoria corta; quella degli annunci, delle marce, delle conferenze stampa e dell’oblio.
È l’Europa che non conosce e non riconosce le proprie radici, che rinuncia a difendere la propria gente, che non reagisce. È l’Europa senza spina dorsale, che chiude gli occhi dinanzi all’eccidio di migliaia di cristiani in giro per il mondo ma fa proliferare le moschee, che ha paura di pronunciare Cristo ma ci riempie di discorsi sull’esistenza di un presunto islam moderato.
È l’Europa che non ha simboli, identità, coscienza e non ha futuro. L’Europa che esercita la sua esistenza solo nell’euro e in centinaia di assurde direttive. L’Europa dei vincoli per gli stati membri e delle frontiere aperte per qualsiasi “figlio di Allah” che arriva. L’Europa che sbandiera l’integrazione ipocrita di chi non vuole integrarsi, colonizzata da rifugiati che non si rifugiano da nulla, invasa da clandestini che se ne infischiano delle nostre regole, della nostra cultura e delle nostre leggi. L’Europa che mostra volti indignati nelle trasmissioni televisive e che dimentica chi è caduto perché qualcuno ha deciso di uccidere inneggiando ad un profeta. È in questa Europa che si continua a morire dove un qualsiasi kamikaze, terrorista, fanatico, fondamentalista o qualsiasi altra cosa, venuto da chissà dove fa ciò che vuole colpendo cittadini inermi, seminando sangue e diffondendo paura. È in questa Europa che si continua a morire, dove si continua a subire, a versare lacrime, a mostrarsi sgomenti ma in cui nessuno chiude le frontiere, nessuno vieta le moschee, nessuno mette al setaccio i luoghi d’incontro e dichiara guerra ai seguaci di Maometto, nessuno rispedisce a casa loro i clandestini, nessuno impedisce loro di partire, nessuno blocca i flussi finanziari che alimentano le guerre “sante”. È in questa Europa che anche un gesto forte come quello di Padre Hamel, aggredito in chiesa mentre celebrava l’eucarestia, che scelse di dire no al terrore, che rifiutò d’inginocchiarsi dinanzi ai suoi aguzzini islamici, preferendo la morte, nella parrocchia di Saint-Etienne-du-Rouvray a Luglio scorso, sembra non avere senso. È in questa Europa che continua a negare che esiste uno scontro di civiltà, che continua a negare di essere sotto attacco, che continua a raccontare che la religione non c’entra, che sono gesti isolati, che non c’è una regia ben precisa che si continua a morire… una sera qualunque passeggiando in un posto qualunque.