Ismaele La Vardera, il ragazzo col ciuffo rosso che ha trollato Salvini e Meloni

di admin
15 Giugno 2017

Beato quel Paese che non ha bisogno di eroi. Un Paese che non è certo l’Italia, che di persone fuori dal comune ne ha così tanto bisogno da riuscire persino a inventarsele. È il caso di Ismaele La Vardera, giornalista freelance divenuto paladino della legalità e delle inchieste antimafia, ex stagista di Telejato, poi collaboratore delle Iene. Già, le Iene, quel programma che ha regalato a La Vardera parecchia notorietà mandando in onda nel 2014 un servizio realizzato dal “ragazzo col ciuffo rosso” che, attraverso una conversazione registrata con un consigliere comunale di Villabate, riesce a svelare le irregolarità nella scelta degli scrutinatori per le elezioni europee. Lo stesso giorno della messa in onda del servizio il sindaco di Villabate con tutta la giunta rassegnano le loro dimissioni. La notizia fa il giro velocemente e diversi sono i giornali che si occupano della vicenda. La Vardera diventa un eroe. Riconoscimenti dal Presidente della Camera, attestati, prestigiose collaborazioni e tanta, tanta trasparenza.

Già, peccato che il “vizietto” dell’insider-trader, che fa figo definire con l’anglismo ma che in realtà non è altro che una spia, La Vardera non l’ha per nulla messo da parte. Così, qualche giorno dopo la fine di una lunga e inspiegabile campagna elettorale che ha visto La Vardera candidarsi a Sindaco di Palermo sostenuto dal duo Salvini-Meloni, spunta fuori tutto l’eroismo del giornalista antimafia. Già le boldriniane posizioni “pro-accoglienza” di La Vardera avevano creato non pochi malumori in un elettorato che proprio non riusciva a comprendere come i leader del centrodestra potessero appoggiarlo, per non parlare del silenzio social pre-elettorale di un candidato che fino al giorno prima delle elezioni era stato senza dubbio il più attivo.

Infine, la svolta. Quel misero 2,6% dei palermitani che ha scelto Ismaele La Vardera (circa 6mila persone) non è stato altro che oggetto di un raggiro. Fin dall’inizio di questa sua “discesa in campo” con tanto di video in pieno stile berlusconiano, l’idea sarebbe stata quella di realizzare un documentario/servizio dove “il ragazzo col ciuffo rosso” interpreterebbe la parte di se stesso. Dietro la regia delle Iene, ovviamente, che avrebbero finanziato tutto. L’obiettivo: raccontare i retroscena e i particolari della campagna elettorale palermitana. In tutti questi mesi La Vardera avrebbe girato con microfoni e telecamere nascoste per carpire segreti e retroscena dei politici. Avrebbe registrato tutti: da Cuffaro a Miccichè, da Orlando a Ferrandelli.

La Vardera avrebbe tenuto all’oscuro di tutto non solo i candidati della sua lista, ma anche i suoi più stretti collaboratori.“ E gli elettori, ovviamente che, seppur pochi, avevano creduto in lui. Come Roberto, un ragazzo di 20 anni che insieme a La Vardera si è tuffato nel sogno politico. Racconta a Palermo Today: “Ho perso cinque mesi della mia vita per seguirlo. Ho creduto che potesse rappresentare il cambiamento. Sono disoccupato, ho speso 700 euro, oltre alla benzina per sostenerlo ovunque. Ho fatto venire amici e parenti: gente che credeva in ciò che diceva lui. E per cosa? Per un servizio delle Iene? Se voleva fare veramente il servizio, lo faceva da solo, per i c… suoi. Ha preso in giro chi davvero ha messo anima, corpo e cuore e si è preso critiche per sostenere uno così. Non finisce comunque qua, denuncio tutti”.

E proprio il grande bluff sarebbe alla base pure della rissa con Francesco Benigno, che invece al sogno politico credeva per davvero e che si è visto il “giornalista cuor di leone” richiedergli una firma sulla liberatoria per le riprese ancora all’interno dei locali del Comitato elettorale. Dopo aver saputo la verità, l’attore avrebbe reagito male e si sarebbe scatenata una rissa.

Una storia che la dice lunga sull’opportunismo e sulle manie di protagonismo tipiche di un mondo, quello del giornalismo, diventato anticamera dello show business. Chi è più bravo a vendere fumo, a crearsi consenso social, a spararla più grossa del concorrente si ritaglia lo spazio migliore. Con una caratteristica in più, però. Avere i peli sul cuore. Un caso, quello di La Vardera, che ha pure una valenza politica. La dice lunga, infatti, sullo stato di disperazione di due movimenti politici, Noi Con Salvini e Fratelli d’Italia, che al Sud subiscono ormai da tempo un’emorragia di consensi (il leader leghista per la verità non li ha mai avuti da quelle parti, ma stava lavorando non poco in tal senso). E allora, pur di comparire su qualche quotidiano e scatenare un po’ di passaparola finiscono per appoggiare un candidato che non solo non ha nulla a che vedere con la loro storia politica, ma riesce pure a “trollarli” alla grande.