Contrappasso all’americana: quella volta che Donald Trump citò Mussolini
10 Novembre 2016

Strano che non sia ancora stato ripescato dai grandi quotidiani d’informazione. Perché con la fame di “caccia ai fascisti” che c’è in Italia il fatto che il 45esimo Presidente degli Stati Uniti sia un “ammiratore” di Mussolini non dev’essere cosa da poco. Celebre è infatti il tweet che Donald Trump lanciò lo scorso febbraio, citando l’aforisma mussoliniano “meglio un giorno da leoni che cent’anni da pecora”, con tanto di tag @ilduce2016. Una frase che, comunque, Mussolini fece sua e che a Roma campeggia ancora sulle colonne di marmo dei ponti del Ventennio, ma che fu inventata da un bersagliere della Grande Guerra: Ignazio Pisciotta. Militare e scultore, nato a Matera nel 1883 e morto a Sanremo nel 1977, generale dei Bersaglieri. Ma al tempo della Grande Guerra Pisciotta era un capitano, un ufficiale già mutilato di guerra nonché valoroso combattente, perché benché ferito nel 1911, riuscì a farsi arruolare nuovamente come ufficiale di collegamento, nonostante avesse una mano di meno, la destra. Questo non gli impedì però di vergare con la sinistra sui muri sbrecciati dai combattimenti, le celebri massime che ispirarono Mussolini e il fascismo per tutti gli anni a venire; sua infatti è la frase “Meglio vivere un giorno da leone che cent’anni da pecora”, ancora oggi utilizzata ed entrata nell’immaginario collettivo degli italiani, e non solo degli italiani, a quanto pare, così come l’altra frase “Tutti eroi, o il Piave o tutti accoppati”, che tanto incitamento e impulso dette alle nostre truppe per passare quel fiume e vincere la guerra.
Paradossale però, in qualche modo, che il Presidente degli Stati Uniti abbia una, seppur latente, simpatia per un dittatore che il suo paese ha contribuito ad affondare. Un contrappasso, simpatico per la verità, che non fa altro che aumentare l’indignazione dell’elettorato “sconvolto” dal trionfo di Trump. E agli italiani, che non vedono fascismo a ogni angolo, un po’ fa anche ridere.