E’ ora di togliere il segreto di Stato sulla strage di Ustica

di Pasquale Ferraro
2 Settembre 2023

Non ci sono dubbi che le rivelazioni affidate dall’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato alle pagine di Repubblica pongano finalmente un necessario punto esclamativo alla tragica vicenda della strage di Utica, dove 81 persone hanno perso la vita a bordo del volo Dc9 dell’Itavia, e fino ad ora costellata solo di molteplici interrogativi a cui si è voluto non fornire alcuna  risposta credibile. Tutto ciò che è stato fatto sin da subito è stato mettere in atto una serie di depistaggi al solo fine di celare una verità scomoda allora e forse ancora oggi. 

Persino l’allora Presidente del Consiglio – Presidente della Repubblica poi – Francesco Cossiga nel 2008 scelse di rivelare una verità negata all’estremo tanto dagli apparati di sicurezza quanto da una parte della politica italiana, la responsabilità francese nella morte di 81 innocenti. 

L’obiettivo dei caccia francesi era Mu’ammar Gheddafi, il rais libico in guerra con Parigi per il Ciad e nemico della NATO per la sua complicità con ambienti del terrorismo internazionale. Gheddafi secondo le ricostruzioni doveva trovarsi a bordo di un Mig libico ed era quel Mig’s l’obiettivo dell’aviazione francese, non certo il volo Dc9 dell’Itavia.  Ma quel fatale “errore” Parigi non lo ha mai riconosciuto e neanche la NATO che conosceva per filo e per segno quello che i francesi progettavano e  condividendone  il medesimo odio per Gheddafi ne assecondarono i propositi e ne coprirono le falle. Tutti hanno taciuto perché quelle 81 vite spezzate erano e purtroppo sono ancora oggi un peso enorme per una Nazione che ha sempre storicamente avuto difficoltà a riconoscere i propri errori. 

La complicità italiana non è mancata, e l’ostinata fedeltà alla NATO in tempi di guerra fredda è stata più forte di quella dovuta alla Costituzione e dunque al Popolo italiano. Una pagina nera e macchiata dal sangue innocente di 81 persone. Ora però e su questo  non si possono che sposare pienamente le parole dell’ex Premier Amato quando sostiene perché “ un giovane Presidente – Macron n.d.r – anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica, non voglia togliere l’onta che pesa sulla Francia”. La stessa domanda che ci poniamo noi e alla quale speriamo di ricevere una risposta dall’inquilino dell’Eliseo, nostro alleato non solo entro i confini della NATO, ma anche da un “Patto del Quirinale” che ci lega a Parigi. Un’alleanza che poggerebbe su basi molto più solide se la Francia dicesse la verità, oppure rivelandola smentisse tutte le ricostruzioni avanzate. 

Ora però è arrivato il momento che anche l’Italia tolga il segreto di Stato e riveli quanto raccolto dai nostri servizi e da tutti gli apparati di sicurezza che indagarono sull’accaduto e che forse già a monte conoscevano il piano francese  per eliminare il leader libico. 

Le domande sono tante, partendo dalla più importante e decisiva: il caccia francese ha colpito per errore il volo Dc9 Itavia oppure colpendo il il Mig libico  – che volava nell’angolo buio dell’Itavia  per non essere colpito  – ha causato l’esplosione del volo Itavia? 

Tutte domande che non riporteranno in vita le 81 persone, ma che allo stesso tempo non possono essere più evase dal governo francese. Ed è qui che entra in gioco il ruolo dell’Italia che non può più mantenere il Segreto di Stato vista l’evidente responsabilità di un paese straniero che ha invaso la nostra sovranità nazionale e causato la morte di nostri compatrioti. Un paese che si professa nostro alleato e che ad oggi non da segni di pentimento. 

Se il governo decidesse di far un passo verso la verità non solo darebbe pace a chi come i familiari delle vittime chiede da decenni la verità, ma cosi facendo toglierebbe una patina oscura nei già cupi e fitti misteri italiani. 

E’ suonata l’ora della verità, Parigi non può più fingersi sorda, non oggi, non dopo l’ennesima rivelazione. Se il tempo asciuga le ferite, la verità le cicatrizza, e non può esservi verità senza pietà. Se Parigi prova pietà per le vittime allora non taccia oltre, e dica tutta la verità.