Intervista a Pippi Mellone, sindaco di Nardò e fondatore di Andare Oltre
8 Marzo 2017

Giacca, cravatta e camicia. Tre capi d’abbigliamento che non indosserebbe mai (se non perché costretto) chi ho avuto il piacere d’incontrare in un caldo mercoledì meridionale. Non l’indosserebbe mai, perché il “signor sindaco” Pippi Mellone ha scelto come divisa sneakers e Napapijri blu. Ad essere onesti, preparare queste domande non è stato facile. Sono tante le cose che si vorrebbero chiedere ad una assoluta novità politica come lui, a cui si può dire tutto, tranne che abbia l’aspetto ed il comportamento dell’amministratore austero e istituzionale, nonostante abbia davvero poca voglia di scherzare.
Bello dirvi poi che questa nostra intervista, il giovane primo cittadino l’abbia voluta fare in una stanza particolare della sede comunale, dove ad illuminare il muro non è il sole ma una bellissima riproduzione di una celebre foto di Falcone e Borsellino.
Giuseppe Mellone, ma per tutti Pippi. Neretino doc ed avvocato. Mamma socialista e papà missino. Cresce nel gruppo giovanile di Destra Azione Giovani dove ricopre anche ruoli di vertice. Nel 2011 si candida al consiglio comunale di Nardò con la lista “Piazza Pulita” a sostegno del candidato Giancarlo De Pascalis ed entra, dopo alcune vicissitudini, in consiglio comunale in quota opposizione. Partono dai suoi banchi decine di battaglie politiche, soprattutto in campo ambientalista e sociale. Nel 2016 diventa sindaco della città con una coalizione di civiche in cui spunta la sua lista “Andare Oltre”, diventando il più giovane cittadino eletto nel comune salentino. Sulla carta d’identità si segnano solo 32 anni, ed in questo caso i Queen direbbero “The show must go on”: quindi Lei cosa vuole fare da grande?
“Immagino che questa domanda sia di tipo politico ed è, quindi, una domanda che non mi sono mai posto. La mia massima ambizione era quella di guidare la mia città e farla crescere in un rinnovato clima di concordia e prosperità. Essendo questo il mio primo mandato, il mio unico desiderio è quello di essere riconfermato dai cittadini nel prossimo appuntamento elettorale. Ambizioni di altro tipo, che in queste ore mi vengono additate, non sono assolutamente nelle mie corde. Io lontano da Nardò non ci so stare.”
La sua lista, il suo movimento, si chiama “Andare Oltre” ed è chiaro il riferimento al primo editoriale di Pino Rauti scritto sul primo numero di “Linea” nel Marzo del ‘79. Immagino che anche Lei condivida con me l’analisi sullo stato comatoso in cui sopravvive la Destra oggi, priva di una visione globale sul quotidiano e figlia soltanto di slogan, ruspe e romaneschi accenti …
“Lei ha utilizzato un termine, quello di ‘Destra’ …”
Grazie del Lei..
“Tu mi dai del Lei ed io ti ricambio (ride). Comunque tornando a noi, hai utilizzato un termine che già suscitava allergie e pruriti al buon Pino Rauti trent’anni fa e quindi riteniamo che sia un termine ormai superato. Il riferimento lo hai colto tu e lo colgono veramente pochi addetti ai lavori, ma già soltanto nella scelta del nome c’è tutto un programma. Sicuramente non possono rappresentarci i riferimenti attuali del centrodestra italiano, non ci sentiamo rappresentati dagli slogan e dal modo di fare politica dei Salvini né tantomeno ci siamo mai sentiti rappresentati dai Berlusconi negli anni passati. Le nostre battaglie in aiuto dei diritti dei fratelli migranti ed il nostro modo di fare politica sul territorio indubbiamente ci mettono agli antipodi della Lega Nord che, peraltro, oggi ha l’ambizione politica di diventare movimento nazionale ma rimane per statuto territoriale e razzista anche nei confronti dei meridionali. Questo noi non lo dimentichiamo.”
Ma quindi questo fermento che si è creato intorno a Le… scusami a te, è pronto per “andare oltre” Nardò ed essere un punto di riferimento in quest’ area politica e culturale?
“Il mio obbiettivo non è la ricerca di trampolini di lancio, ma la nostra volontà è quella di costruire adesso nel territorio provinciale, tramite amici e colleghi, una rete di nuovi amministratori che vadano a formare una nuova classe dirigente. Non è sufficiente fondere, scindersi e far nascere movimenti come funghi come ad esempio il nuovo “Movimento nazionale per la Sovranità” fondato da Alemanno e Storace. È necessario ricreare anche a livello nazionale una nuova classe dirigente del centrodestra che vada a contrapporsi al Pd renziano. C’è la necessità di una politica nuova e di una nuova classe dirigente. Nei nostri anni di militanza sul territorio ho conosciuto tanti splendidi ragazzi che sono diventati degli ottimi amministratori, ma molto spesso sono stati ostacolati perché troppo liberi e poco ortodossi.”
Anche perché i tuoi esordi politici nascono in Azione Giovani, un periodo in cui la destra giovanile rispecchiava sempre di più quella visione rautiana dell’ “andare oltre” gli schemi, oltre le imposizioni di sistema…
“A onore del vero, una delle esperienze più belle fatta insieme ad amici come Alessandro Delli Noci (attuale candidato sindaco a Lecce con il sostegno di Pippi Mellone) e Pierantonio De Matteis (responsabile del circolo cittadino di Andare Oltre a Galatina) è stata il passaggio da Azione Giovani a Futuro e Libertà, dove credo che in embrione ci fossero quelle tematiche e quella idea di fare politica. Fini è stato l’ultimo competitor di Rauti nel Msi e poi si è dimostrato il miglior rautiano degli ultimi cinquant’anni.”
Che ricordo hai di Gianfranco Fini?
“Del primo Fini ho assolutamente un ricordo negativo, dell’ultimo invece lo ricordo come una persona che ha avuto il coraggio di alzarsi e puntare il dito contro il plutocrate di Arcore all’apice del suo potere. Certo, qualcuno gli rimprovera di non averlo fatto prima, ma io ribatto dicendo che ancora oggi non c’è nessuno che ha il coraggio di farlo.”
Allora reputi, tutto sommato, una bella esperienza quella di Fli …
“Breve ma intensa, soprattutto per i contenuti. Un errore fu sicuramente la scelta della classe dirigente: vedere ai vertici personaggi del passato prossimo e remoto non è stato un elemento positivo. Per avere credibilità si sarebbe dovuto azzerare tutto per ripartire con una nuova classe dirigente di centrodestra. Si fa fatica a contare nelle dita di una sola mano chi nel vecchio establishment si sarebbe dovuto salvare.”
A proposito di personaggi che però vorresti salvare, hai rincontrato nel mese di novembre qui a Nardò anche l’ex direttore responsabile del Secolo d’Italia Flavia Perina, che negli ultimi mesi ha portato alla ribalta nazionale “Lo Strano Caso di Pippi Mellone”
“Flavia è una di quelle belle persone incontrate nel percorso di Fli, e con lei Fabio Granata, Enzo Raisi e molti altri. C’erano davvero delle personalità interessanti, frutto della destra italiana nel corso degli ultimi trent’anni. Purtroppo però i percorsi elettorali non corrispondono a bei percorsi intellettuali e nel 2013 si è visto. Fli era più la redazione di un grande giornale piuttosto che un buon partito. È una pecca purtroppo che appartiene ai rautiani, quella di essere attenti molto ai programmi e all’idea e poco ai numeri ed ai risultati elettorali.”
Non esiste nessuno oggi su cui punteresti oggi?
“Negli ultimi appuntamenti elettorali, eccezion fatta ovviamente per le ultime comunali, ho votato e sostenuto il Movimento Cinque Stelle. Ho condiviso quel messaggio di rinnovamento e, con tutte le problematiche del caso, la volontà di ricostruzione di una nuova classe dirigente. Poi tutto è fallibile e nessuna esperienza può essere elevata a paradigma assoluto, ma ritengo l’idea più che positiva. L’eccessivo potere centralizzato, quell’ “entità occulta” del blog sono aspetti da rivedere ma che non possono nascondere il tentativo di rinnovamento. Cambierei anche il metodo di elezione attraverso la selezione online, dove ti possono capitare sì i Di Maio ed i Di Battista, ma può capitarti anche altro.”
Sappiamo che nella tornata delle amministrative 2017, “Andare Oltre” è pronto a dire la sua sul territorio leccese
“Non abbiamo la necessità di essere presenti per forza. Siamo presenti laddove esistono comunità fraterne che hanno avuto un percorso comune al nostro, dove c’è fiducia reciproca per poter affidare qualcosa che va oltre il semplice simbolo, con la garanzia di poter fare amministrazione sul territorio in maniera coerente alle nostre idee. Alessandro da questo punto di vista è una garanzia su Lecce e non abbiamo avuto alcuna difficoltà, anzi l’abbiamo spinto a scendere in campo. Su Galatina la situazione è in fase avanzata, così come a Galatone con Giovanni Alemanno. Ripeto, non abbiamo l’obbligo di presenza, ma sentiamo la necessità di essere presenti nei luoghi in cui avremmo garanzia di continuità ideale. Nei comuni sopra i quindicimila abitanti la situazione è grossomodo come quella descritta, ma ci arrivano richieste similari anche da altre realtà più piccole che andranno al voto nella primavera prossima.”
“Ci siamo e ci proviamo”
“Assolutamente. Il messaggio soprattutto che deve essere da monito, frutto dell’esperienza delle scorse amministrative qui a Nardò, è che una nuova classe dirigente è possibile senza necessariamente essere servi di nessuno e che si può ambire a guidare la propria comunità partendo da posizioni di alterità rispetto al centrodestra ed al centrosinistra.”
Una mia curiosità: come spiegheresti a un “salviniano” o a un “meloniano” il matrimonio che hai celebrato in comune lo scorso Dicembre tra Gerardo e Cosimo oppure la normativa dello scorso 15 Luglio, con la quale hai dato un’importante risposta contro lo sfruttamento dei braccianti africani nei campi di pomodori?
“Non ho l’ambizione di convincere chi oggi non ha gli strumenti per farlo. Ritengo che l’amore non abbia né confini geografici né di sesso, quindi l’anagrafe non poteva rappresentare un ostacolo al loro amore. L’ho fatto assolutamente con grande convinzione e le nostre convinzioni in materia sono convinzioni di governo poiché sono battaglie che portavamo avanti anche dall’ opposizione: sono stato colui che, prima della legge Cirinnà, si è battuto e ha ottenuto la costituzione del “registro delle coppie di fatto” qui a Nardò. Vorrei precisare che c’è uno stereotipo di Destra che però non corrisponde a coloro che votano in quell’area, il più delle volte il nostro elettorato si è dimostrato più avanti della nostra classe dirigente. Fortunatamente oggi posizioni retrograde non attecchiscono più, anche se, nella nostra città su questo tema, ma anche sul tema dei migranti ho visto giornalini (stampati anche con fondi di dubbia provenienza) che ci additavano come troppo liberali, troppo buoni con gli immigrati e con gli omosessuali. Non mi pare di aver visto attestati di solidarietà o qualcuno che gridasse allo scandalo del foglio razzista e omofobo da parte di partiti di centrosinistra che a parole sono i difensori unici del politicamente corretto. Per loro la differenza la fa sempre chi viene attaccato, se sono io qualsiasi foglio xenofobo e razzista va benissimo.”
Ha avuto delle problematiche anche con l’imprenditoria locale sul tema dei migranti…
“Con alcuni di loro si, anche se c’è da riconoscere che nella Coldiretti ho trovato un mio riferimento nella scorsa stagione, perché sono stati i primi a contribuire da parte della regione nella nostra città alle spese della gestione dell’emergenza migranti, anche se con il termine emergenza sarei abbastanza cauto visto che sin da quando ho memoria ricordo questi ragazzi che prima vivevano qui, nei locali di questa struttura (l’ex tribunale di Nardò, oggi sede degli uffici comunali) e che poi si sono spostati presso la “Masseria Boncuri”. Io durante la campagna elettorale mi sono schierato contro un certo modo di fare imprenditoria sul territorio, e questo probabilmente ha lanciato i cosiddetti “poteri forti” contro di me.”
Viste le tue innumerevoli battaglie ambientaliste quando eri all’opposizione, il caso scottante dell’“Oasi Sarparea”, dove l’imprenditrice inglese Alison Deighton vorrebbe costruire un resort nel mezzo di un uliveto secolare, potrebbe essere un banco di prova importante per la tua amministrazione
“La nota più divertente della questione è il fatto che chi era favorevole al progetto precedente sia contrario a questo. Amministratori che erano d’accordo al vecchio progetto, una vera propria colata di cemento, oggi passano ad essere strenui difensori degli ulivi secolari e della natura. La nostra linea in materia è puramente tecnica che deve essere affrontata necessariamente da persone competenti: se ne stanno occupando i nostri tecnici come l’ing. D’Alessandro e l’ing. Manieri, che si stanno occupando di analizzare e preparare la documentazione necessaria sullo status quo dell’intera faccenda. Una cosa però va detta a monte: il piano regolatore, che nessuno ha mai modificato negli ultimi trent’anni (compresi i neo ambientalisti), prevede che quella determinata zona sia un terreno privato dove è permesso costruire. Che si sveglino oggi coloro i quali hanno avuto la possibilità negli scorsi anni di modificare il piano regolatore fa sinceramente sorridere.”
Tre personaggi che ti hanno ispirato ed un libro
“Non sono un tipo da personaggi storici e altisonanti. Ho però incontrato nel corso degli anni persone che ho avuto ed ho la fortuna di conoscere ed avere accanto. Una è qui al mio fianco, il mio portavoce Agostino Indennitate, un’altra è l’assessore all’ambiente Graziano de Tuglie e, dulcis in fundo, il nostro comune amico Pierantonio De Matteis, con cui ho condiviso gran parte del mio percorso politico. Questi tre nomi hanno avuto un ruolo importante all’interno della mia vita, condizionandomi in tante cose ed ispirandomi in molte altre. Un libro che ricordo con piacere, anche se molti non ne conoscano il contenuto e lo etichettano come lettura del fascista violento, è “Cuori Neri” di Luca Telese. Interessante è stato leggere come Telese, sebbene non sia un intellettuale vicino al mondo della Destra, sia riuscito meglio di chiunque altro a raccontare l’epopea tragica di tanti ragazzi che hanno perso la vita negli anni ’70 in nome dell’idea missina. Vorrei sottolineare il fatto che il ricordo, per noi di Andare Oltre, non si è fermato soltanto ai “nostri” ragazzi, ma, consapevoli del valore che i simboli hanno oggi soprattutto per i giovani, abbiamo deciso d’intitolare una strada cittadina anche, ad esempio, a Walter Rossi, un ragazzo che in quegli anni si trovava “dall’altra parte”, ma che merita di essere ricordato perché il suo nome possa rientrare nella comune memoria nazionale.”
Sei l’esempio lampante di come il binomio giovane-politica deve essere sfatato in positivo. Hai mai avuto “bastoni tra ruote” nel tuo ancora breve ma intenso percorso politico?
“Non bastoni, interi alberi. Penso che in qualunque momento della nostra vita, partendo dal percorso di studi s’incontrano delle difficoltà. Sicuramente però la politica è un mondo dove le difficoltà non le incontri casualmente ma te le fanno incontrare in un percorso ad hoc. Probabilmente sono due i momenti che io ricordo come maggiormente duri e che, grazie alla vicinanza di persone care e della famiglia, sono riuscito a superare. Una vicenda è quella capitatami nel 2011 durante le amministrative di quell’anno, quando sebbene fossi stato eletto secondo la commissione elettorale con 463 voti ed il terzo più votato a Nardò a soli 26 anni, sono stato costretto a difendermi in sede giudiziaria (nel ricorso al Tar presentato da Giuseppe Tarantino poiché Pippi Mellone aveva ottenuto un minor quoziente di voti rispetto alla lista “Progetto Nardò”, in cui Tarantino era stato il più suffragato) arrivando ad una condanna il 16 Giugno 2012 al pagamento di 9731,28 euro di spese processuali anche della controparte. Fortunatamente intervenne Giancarlo De Pascalis, a cui andrà sempre la mia gratitudine, che si dimise dal consiglio comunale nel settembre 2012 lasciando il suo posto a me. Il secondo momento di grande difficoltà è stato quando ho ricevuto una condanna per diffamazione nel 2014 nei confronti dell’allora presidente del consiglio comunale ed ex Alleanza Nazionale Giuseppe Fracella, poiché nell’enfasi di uno scontro verbale si arrivò ad usare probabilmente parole di troppo, anche se a me non sembrarono così eccessive. (ci fu poi un ritiro della querela e assoluzione in appello)”
Ultima domanda e poi puoi tornare a sederti al tuo banco: sai dirmi su che cos’è l’articolo 12 della nostra Costituzione?
“L’articolo 12? Quello della bandiera è?”
Esattamente
“Si, però se me lo dicevi prima studiavo (ride)”
Ma no dai, ero abbastanza certo della tua preparazione. Cosa rappresenta per te oggi il tricolore, visto che prima abbiamo parlato dell’importanza dei simboli? Ha senso oggi?
“Sono sempre stato lontano da logiche nazionaliste fini a sé stesse. Non deve essere un simbolo sventolato soltanto durante le Olimpiadi, i Mondiali o gli Europei di calcio (di cui sono attento tifoso). Dovrebbe rappresentare un senso di comunità più alto, che vada oltre le logiche, le appartenenze e gli scontri. Ha senso in segno di lotta contro coloro che vogliono disgregare lo stato nazionale e penso che sono quelle spinte secessioniste che accendono in noi quell’orgoglio nazionale. Essendo la nostra patria ancora molto giovane probabilmente ancora non si è sviluppato un forte senso di appartenenza, abbiamo fatto l’Italia ma non ancora gli italiani. È un valore certamente importante perché è importante il senso di comunità che ognuno di noi ha, partendo dal semplice gruppo di amici fino ad arrivare al partito. Per ricalcare questo aspetto, sono stato molto contento di rivivere qualche giorno fa, le celebrazioni del nostro santo patrono San Gregorio Armeno: la ricorrenza ha richiamato nella cittadinanza quell’ “orgoglio neretino” che da sindaco ho visto in me amplificato.”